8. VIPARYAYO MITHYA-JNANAM A-TAD-RUPA-PRATISHTHAM

VIPARYAYAH È IL RISULTATO DI UN PROCESSO DI PENSIERO SCORRETTO, CONFUSO, ERRATO CHE PORTA A TEORIE, CREDENZE, CONCLUSIONI ERRATE, A CUI CI AGGRAPPIAMO IRRIGIDENDO LA MENTE

Viparyayah: falso, perverso, corrotto
Mithya: falso, non vero, illusorio, basato su un mito
Jnanam: comprensione, conoscenza
Mithyajnanam: illusoria, falsa conoscenza
Atad: non quello
Rupa: forma, apparenza
Atadrupa: errore, corrotto, non nella sua propria forma
Pratistham (prathistha): fermamente stabilito, libero da influenze opposte e disturbanti

La conoscenza illusoria deriva da una distorsione della realtà.
False identificazioni, errori di percezione, processi di deduzione confusi portano a raggiungere delle conclusioni errate, a teorie e credenze; esse 'colorano' e riempiono la mente (citta-vrtti).
Un esempio è quando per l'oscurità confondiamo un'ombra per un fantasma.
Quando ci rendiamo chiaramente conto dei nostri errori (viparyayah), diventiamo più aperti, più ricettivi per esplorare qualcosa di nuovo, per conoscere anche nuovi modi di conoscenza, come l'esperienza diretta, la conoscenza interiore.
Il sutra termina con la parola pratistha (fermamente stabilito) ad indicare che le persone confuse si aggrappano alle loro false idee resistendo al cambiamento, al risveglio.
E' più difficile eliminare pramana rispetto a viparyaya, poichè quest'ultima può essere più facilmente riconosciuta come sbagliata e così eliminata.

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